di Patrick McGrath, Gli Adelphi, p. 296, ristampa 15 – 2022, Euro 13,00

Cos’è la follia? Secondo il vocabolario Treccani è uno stato di alienazione di grave malattia mentale, sinonimo, quindi, di pazzia. Questo è nel linguaggio comune, usato dal cd. “uomo della strada”, ma nella medicina psichiatrica temo che tale termine abbia talmente tante varianti e sfumature da perdere quasi di significato. Sta di fatto che la storia narrata in questo romanzo si svolge per lo più all’interno di un carcere psichiatrico inglese, in cui il dottor Max Raphael si trasferisce, insieme a sua moglie Stella e al figlio di dieci anni Charlie, nella speranza di diventarne presto il nuovo direttore, per la gioia di sua madre Brenda.
La voce narrante è quella di un altro psichiatra dell’istituto, il dottor Peter Cleave, testimone discreto del susseguirsi degli eventi che sconvolgeranno la vita di tutti i personaggi. Stella è una donna che vive all’ombra del marito, da cui non riceve più le attenzioni riservatele forse in passato, desiderosa di sentirsi ancora viva, pulsante, inebriata dall’euforia dell’amore e del sesso. Questa la premessa necessaria per comprendere come abbia potuto cedere alle lusinghe e al fascino di Edgar Stark, uxoricida, che con il tempo si è guadagnato la libertà di fare dei lavori all’interno della struttura, compresi i vari ettari di terreno circostante. Tanto bastava a Stella e Edgar per diventare amanti e complici: lui pianificando la fuga, lei persuasa dai propri istinti a credere in una redenzione del suo amato; entrambi con l’aspirazione a una nuova vita. “Non poteva stare lontana da Edgard. Ce la metteva tutta, va detto, e per un attimo, se si fermava a soppesare le possibili ripercussioni di quello che stava facendo, provava un cupo sgomento. Ma era una reazione passeggera. Sentendolo così vicino Stella non riusciva a controllare la continua, instancabile frenesia della propria immaginazione” (p. 47). Le cose, tuttavia, non vanno esattamente secondo i piani e anche Stella si troverà costretta a sottoporsi alle cure del suo caro amico Peter.
Patrick McGrath (Londra, 1950) con questo romanzo sembra attingere alla propria storia personale, in quanto figlio di un sovrintendente medico, trasferitosi nell’Ontario (USA) nell’unità di sicurezza del centro di salute mentale di Penetang. Tuttavia, i ringraziamenti dello scrittore vanno al dottor Bryan O’Connell, direttore medico di una clinica londinese, pioniere specializzato nel trattamento psichiatrico degli adolescenti, che nel 1960-61 fece un tour delle prigioni per criminali malati di mente e dei centri di studio per la riabilitazione psichiatrica degli Stati Uniti.
L’amore può rendere folli? La follia può cedere il passo all’amore? È folle solo la persona a cui è stata diagnosticata una malattia mentale? Ciascun personaggio, a modo proprio, suscita un sentimento di compassione, costringendo a chiedersi “Come avrei reagito io al suo posto?“. Sebbene scorrevole e con una chiara linea temporale (nonostante i continui flashback) la lettura di questo romanzo instilla un sottile quanto costante stato di tensione, attesa, angoscia. Sarebbe da leggere tutto d’un fiato, qualora le circostanze lo permettessero, perché la follia può essere contagiosa e il lettore potrebbe arrivare a dubitare perfino di se stesso.